Sono vene che hanno perso il loro normale tono, e che si presentano perciò permanentemente ingrossate, tortuose e con tipici ''nodi''. Si manifestano con maggiore frequenza nelle due vene safene: la grande safena che corre lungo la faccia interna della gamba e della coscia, e la piccola safena che sale lungo il polpaccio fino al cavo del ginocchio.
Sono causate dal cattivo funzionamento delle ''valvole'' situate all'interno delle vene degli arti inferiori che servono per facilitare il ritorno del sangue al cuore. Il cattivo funzionamento di queste valvole determina un ristagno del sangue che a lungo andare sfianca le pareti delle vene, soprattutto quando è presente una debolezza costituzionale del tessuto elastico della loro parete. Le varici alle gambe sono più frequenti nei soggetti obesi e durante la gravidanza ed esiste una predisposizione familiare. Molte donne spesso avvertono un peggioramento dei disturbi provocati dalle vene varicose in concomitanza con il periodo mestruale.
In genere sono associate a senso di pesantezza della gamba, dolore, faticabilità, sensazione di calore, irrequietezza notturna e occasionali crampi notturni. Il gonfiore è di solito circoscritto alla caviglia e al piede. Spesso si aggrava nel corso della giornata, ma può diminuire durante la notte perché stare sdraiati facilita il ritorno venoso in direzione del cuore. I sintomi possono accentuarsi dopo che si è stati a lungo in piedi, soprattutto se fermi, nei mesi più caldi, durante il ciclo mestruale e nelle prime fasi della gravidanza.
Le vene varicose possono inoltre facilitare la formazione di un coagulo di sangue che può andare ad ostruire la vena e provocare una flebite. La flebite si manifesta con un forte dolore alla gamba, polpaccio caldo, gonfiore, dolore alla pressione, febbre. In caso di flebite indispensabile una visita medica.
Stitichezza, che ostacola il ritorno di sangue venoso verso l'alto
Obesità
Deficienza della pompa muscolare
Lavoro in ortostatismo (stazione eretta) in ambiente caldo (che favorisce una dilatazione dei vasi)
Alterazioni delle vene presenti alla nascita (congenite);
Età (tra i 30 e 50 anni);
Sesso (femminile prevalentemente).
Norme igieniche e comportamentali
Evitare di stare
in piedi fermi per periodi prolungati
Questo
provoca l'accumulo di una notevole quantità di sangue nelle
vene degli arti inferiori. Per far circolare questa massa è
necessario, se la vostra situazione vi impone la stazione eretta,
sollevare frequentemente i talloni.
Combattere la vita
sedentaria
Evitate di rimanere seduti con
le gambe penzoloni per troppo tempo come può accadere in
treno o in automobile; interrompete la vostra giornata
camminando il più possibile. Se la vostra professione vi
impone di restare seduti a lungo, effettuate frequentemente dei
piccoli movimenti con le gambe. Durante i lunghi viaggi in auto non
indossate indumenti stretti e fermatevi spesso per una breve
passeggiata.
Le abitudini da
adottare
La sera prima di coricarvi, dopo
un bagno non troppo caldo, restate con le gambe in verticale per
qualche minuto. Poi eseguite dei leggeri massaggi dal piede verso il
ginocchio, in modo da "svuotare" bene le vene. Se soffrite
di varici, evitate i massaggi energici perché possono
danneggiare la parete venosa e quindi scatenare una flebbite. Sarà
ancora meglio se potete alzare di 10-15 cm il fondo del letto, in
modo che, durante il vostro sonno o riposo, le gambe siano più
in alto del busto. Non mettete mai un cuscino sotto i piedi!
.Analogamente non sedetevi mai appoggiando i piedi sopra una sedia
od uno sgabello (è l'errore più frequentemente
commesso)e non dormire con un cuscino sotto i piedi, perché in questa
posizione il ginocchio sospeso nel vuoto blocca la vena poplitea e ne riduce
il flusso, ma riposatevi sdraiandovi sul letto od in poltrona. Dormire coi piedi
sollevati di qualche centimetro rispetto al cuore. Si può
eventualmente far approntare da un falegname una sorta di leggio
composto da due superfici di legno di 100x80 cm che si apre a
cerniera sul lato minore. Il lato opposto a quello cernierato sarà
alzato di 20-30 cm rispetto al piano orizzontale. La tavola a
ribalta andrà posta tra rete e materasso. La struttura del
rialzo consente di chiuderlo durante il giorno.
Evitare il calore
diretto alle gambe
Non esporre le gambe a
fonti di calore come caloriferi, stufe, caminetti. Al bagno in vasca
con una temperatura dell'acqua esageratamente calda perferite una
doccia tiepida.
In vacanza
Al
mare: evitate di rimanere immobili al sole per troppo tempo,
prendete dei bagni di sole brevi e progressivi ed evitate di esporvi
al sole nelle ore più calde. Camminate nell'acqua marina,
immergetevi però fino al bacino: è dannoso camminare
sulla riva; è vantaggioso fare del nuoto. In montagna: è
un dato certo che la maggioranza dei disturbi venosi trovino
giovamento tra gli 800 e i 1200 metri di altitudine. Nelle ore calde
preferite i luoghi boscosi perché assorbono le radiazioni a
più grande lunghezza d'onda che poi sono quelle maggiormente
vasodilatatrici.
Se costretti a letto da qualche malattia, muovere frequentemente le gambe.
Evitare di
indossare indumenti che provocano costrizioni agli arti
inferiori
Non indossare indumenti troppo
attillati o che in genere provochino costrizioni agli arti inferiori
come giarrettiere, calze sorrette con elastico, stivali, pantaloni
aderenti, ecc. Preferite tessuti leggeri ed aerati. Indossate calze
elastiche al mattino, appena vi alzate, ma ricordatevi che devono
essere prescritte tassativamente dal medico.
Ridurre il peso corporeo in eccesso.
Attenzione all'uso
di scarpe con tacchi troppo alti! o troppo bassi!
La
volta plantare è il punto di partenza della circolazione di
ritorno quindi attenzione alle scarpe. L'altezza ottimale del tacco
è intorno ai 3-5 cm perché se i tacchi sono troppo
alti, tutto il peso del corpo è distribuito sugli avampiedi.
Al contrario se usate scarpe con tacchi bassi, tutto il peso del
corpo verrà distribuito sulla pianta. Se siete portatori di
piede piatto, il medico vi presciverà una correzione adatta. .
Preferire la doccia al bagno perché più difficilmente l'acqua calda corrente provoca vasodilatazione.
Praticare una
moderata attività sportiva
Prendete
l'abitudine di praticare ogni giorno una moderata attività
sportiva come camminare, andare in bicicletta, oppure qualche minuto
di ginnastica, anche con l'aiuto di attrezzi da camera (cyclette,
vogatore, ecc.); sono tutte buone abitudini da adottare per attivare
la circolazione venosa. Se siete costretti a letto per malattia,
muovete spesso le gambe.
Camminare almeno un'ora al giorno. Nuoto e bicicletta sono le attività fisiche più indicate per chi ha problemi di circolazione.
Alcune
precauzioni
Evitare l'iperalimentazione,
il sovrappeso ed errati regimi alimentari. Evitate le spezie e gli
alcolici: possono aumentare il prurito. Riducete al massimo o
meglio, abolite il caffé ed il fumo. Fate un largo uso di
arance e limoni (anche sotto forma di spremute). Non spostare con le
gambe oggetti che potrebbero causare lesioni cutanee. Valutare con
attenzione l'uso di anticoncezionali orali, consultandosi col
proprio medico curante.
Evitare di fumare e di bere alcolici perché riducono la funzionalità circolatoria.
Molto utili sono le calze elastiche a compressione graduale, studiate apposta per chi soffre di vene varicose (scegliere attentamente il modello adatto con l'aiuto del medico o del farmacista). E' importante indossarle al mattino restando sdraiati e prima di scendere dal letto.
Terapia
Terapia farmacologica
La
terapia farmacologica
si basa sull'utilizzo di sostanze "flebotoniche", cioe' che
aumentino il tono della parete venosa in modo da ridurne lo
sfiancamento, antiedemigeni (che riducono l'edema),
profibrinolitici (che impediscono la formazione dei trombi
dovuti alla stasi del sangue) ed antinfiammatori . Tuttavia,
non esiste alcuna seria documentazione sul fatto che i farmaci siano
in grado di intervenire sulle cause della comparsa di vene varicose.
Ciò nonostante, essi non sono del tutto inutili perché
svolgono una valida azione sui sintomi, riducono il senso di
pesantezza e l'edema serotino.
Elastocompressione
(compressione con bende e calze)
La
compressione
elastica si
basa sull'utilizzo
di
calze elastiche graduate che esercitano una compressione decrescente
dal piede verso la coscia (l'andamento decrescente fa sì che
la maggiore compressione alla caviglia spinga il sangue verso l'alto,
incontrando man mano che risale una resistenza sempre minore.). In
alternativa possono essere usate bende elastiche,con differenti tipi
di maglia e con diversi livelli di forza elastica. Il livello di
compressione da esercitare è in relazione alla gravità
della malattia varicosa e dovrà essere in grado di riportare
nei limiti di norma l'ipertensione venosa. In ogni modo la
contenzione elastica, a qualunque livello di compressione, non riesce
a far regredire le manifestazioni varicose, ma certamente ne elimina
i disturbi e ne previene le complicanze;se queste già esistono
in qualche misura vengono eliminate. Da tener presente che esistono
alcune situazioni di intolleranza alla compressione
come nel caso dell'artrosi per esempio, per cui tali supporti
risultano improponibili.
Scleroterapia
La
scleroterapia si
pratica esclusivamente per le varici più piccole e consiste
nell'iniezione all'interno della vena di sostanze chimiche che
determinano prima la formazione di un trombo e quindi la
trasformazione fibrosa della parete venosa .
Terapia
chirurgica
Rappresenta
la cura elettiva e con il miglio risultato a distanza di tempo.
Consiste nell'asportazione della vena stessa, mediante una tecnica
chiamata "stripping".
L’asportazione della vena
va associata ad un’accurata legatura dell’origine della
vena stessa o all’inguine o dietro al ginocchio (a seconda
della vena malata); questa legatura, che va estesa a tutti i rami
della vena stessa, prende il nome di crossectomia.
Esercizi