VARICI ARTI INFERIORI (vene  varicose)



Sono vene che hanno perso il loro normale tono, e che si presentano perciò permanentemente ingrossate, tortuose e con tipici ''nodi''. Si manifestano con maggiore frequenza nelle due vene safene: la grande safena che corre lungo la faccia interna della gamba e della coscia, e la piccola safena che sale lungo il polpaccio fino al cavo del ginocchio.

Sono causate dal cattivo funzionamento delle ''valvole'' situate all'interno delle vene degli arti inferiori che servono per facilitare il ritorno del sangue al cuore. Il cattivo funzionamento di queste valvole determina un ristagno del sangue che a lungo andare sfianca le pareti delle vene, soprattutto quando è presente una debolezza costituzionale del tessuto elastico della loro parete. Le varici alle gambe sono più frequenti nei soggetti obesi e durante la gravidanza ed esiste una predisposizione familiare. Molte donne spesso avvertono un peggioramento dei disturbi provocati dalle vene varicose in concomitanza con il periodo mestruale.

In genere sono associate a senso di pesantezza della gamba, dolore, faticabilità, sensazione di calore, irrequietezza notturna e occasionali crampi notturni. Il gonfiore è di solito circoscritto alla caviglia e al piede. Spesso si aggrava nel corso della giornata, ma può diminuire durante la notte perché stare sdraiati facilita il ritorno venoso in direzione del cuore. I sintomi possono accentuarsi dopo che si è stati a lungo in piedi, soprattutto se fermi, nei mesi più caldi, durante il ciclo mestruale e nelle prime fasi della gravidanza.

Le vene varicose possono inoltre facilitare la formazione di un coagulo di sangue che può andare ad ostruire la vena e provocare una flebite. La flebite si manifesta con un forte dolore alla gamba, polpaccio caldo, gonfiore, dolore alla pressione, febbre. In caso di flebite indispensabile una visita medica.

 

Fattori che possono far sviluppare le vene varicose

 

Norme igieniche e comportamentali


Terapia 

Terapia farmacologica
La terapia farmacologica si basa sull'utilizzo di sostanze "flebotoniche", cioe' che aumentino il tono della parete venosa in modo da ridurne lo sfiancamento,  antiedemigeni (che riducono l'edema),  profibrinolitici  (che impediscono la formazione dei trombi dovuti alla stasi del sangue) ed  antinfiammatori . Tuttavia, non esiste alcuna seria documentazione sul fatto che i farmaci siano in grado di intervenire sulle cause della comparsa di vene varicose. Ciò nonostante, essi non sono del tutto inutili perché svolgono una valida azione sui sintomi, riducono il senso di pesantezza e l'edema serotino.

Elastocompressione (compressione con bende e calze)
La compressione elastica si basa sull'utilizzo di calze elastiche graduate che esercitano una compressione decrescente dal piede verso la coscia (l'andamento decrescente fa sì che la maggiore compressione alla caviglia spinga il sangue verso l'alto, incontrando man mano che risale una resistenza sempre minore.). In alternativa possono essere usate bende elastiche,con differenti tipi di maglia e con diversi livelli di forza elastica. Il livello di compressione da esercitare è in relazione alla gravità della malattia varicosa e dovrà essere in grado di riportare nei limiti di norma l'ipertensione venosa. In ogni modo la contenzione elastica, a qualunque livello di compressione, non riesce a far regredire le manifestazioni varicose, ma certamente ne elimina i disturbi e ne previene le complicanze;se queste già esistono in qualche misura vengono eliminate. Da tener presente che esistono alcune situazioni di intolleranza alla compressione come nel caso dell'artrosi per esempio, per cui tali supporti risultano improponibili.

Scleroterapia
La scleroterapia si pratica esclusivamente per le varici più piccole e consiste nell'iniezione all'interno della vena di sostanze chimiche che determinano prima la formazione di un trombo e quindi la trasformazione fibrosa della parete venosa .

Terapia chirurgica
Rappresenta la cura elettiva e con il miglio risultato a distanza di tempo. Consiste nell'asportazione della vena stessa, mediante una tecnica chiamata "stripping".
L’asportazione della
vena va associata ad un’accurata legatura dell’origine della vena stessa o all’inguine o dietro al ginocchio (a seconda della vena malata); questa legatura, che va estesa a tutti i rami della vena stessa, prende il nome di crossectomia.

Esercizi